“MSNA” sta per Minori Stranieri Non Accompagnati ma è anche l’acronimo del buon proposito con il quale si è lasciato il tavolo di lavoro dedicato al tema, al convegno Dire e Fare Immigrazione 2016 dello scorso 8 luglio: fornire agli studenti stranieri - minori e non, accompagnati e non - “migliori scuole, non assistenzialismo”. O meglio: non solo, perché è chiaro che all’arrivo nel nostro Paese ne hanno bisogno, ma è anche vero che il sistema di accoglienza italiano, così come è concepito, si occupa soltanto del breve periodo. Sì, perché al minore, una volta raggiunta la maggiore età, si chiede di entrare nel mondo del lavoro con le proprie gambe, senza avergli insegnato a camminare. E, al di là di ogni giustificazione che le amministrazioni adducono, i dati parlano chiaro. Come si evince dalla ricerca, Le attuali emergenze pedagogiche: i minori stranieri non accompagnati. Indagine nelle scuole della Regione Toscana, a cura di R. Biagioli, L. Lischi, A. Papa, infatti, soltanto 25 Istituti (dei 333 che hanno risposto su 490 invitati a partecipare all’indagine), hanno dichiarato la presenza di minori soli, mentre altri 85 hanno affermato di predisporre le prove di accertamento per MSNA. E qui la domanda sorge spontanea: come si può insegnare se non si conosce chi sta studiando, senza avere la benché minima percezione delle diversità, di tutte quelle individualità eterogenee che nel loro insieme “fanno” la scuola?
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Da sempre l’Italia ha rappresentato un luogo di incontro ideale per tutti i popoli che si affacciano sul Mediterraneo: i conseguenti scambi culturali, economici e scientifici hanno contribuito in modo decisivo, nel corso dei secoli, allo sviluppo e al benessere economico della nostra penisola. Troppo spesso, negli ultimi decenni, vediamo i mass media enfatizzare solo gli elementi conflittuali di questo incontro: per ribaltare questo falso paradigma e rilanciare i temi del dialogo e del confronto, la CGIL, FLC CGIL e la Rete degli Studenti Medi hanno ritenuto utile rivolgersi alle nuove generazioni con linguaggi che, anche attraverso la leggerezza e il divertimento, orientino i nostri studenti verso una nuova cultura dell’accoglienza.
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