Il 2013 si è chiuso senza che, nonostante i buoni auspici di inizio anno, niente di diverso si sia sentito o visto al DipInt. L’unica certezza è stata la delibera regionale di giugno relativa al finanziamento di 12 milioni di euro anche per l’anno appena concluso. 

Il progetto DipInt sta per compiere 5 anni, ma ancora si continua a parlare di "sperimentazione".

Fino ad oggi però la sperimentazione ha riguardato solo la gestione del personale amministrativo, oggetto di frequenti riorganizzazioni. E’ purtroppo uso comune considerare il personale del DipInt altamente flessibile, al punto di vedersi cambiare frequentemente mansioni e stanze.

Nell’anno appena trascorso più di una volta la dirigenza del DipInt, senza una logica apparente né una motivazione palese, ha sollevato lavoratrici e lavoratori dalle proprie mansioni/compiti, spostandoli dalle loro stanze, per poi a volte farli ritornare a fare quello che facevano prima!

Lavoratrici e lavoratori che, pur essendo di fatto inseriti in processi amministrativi integrati, non hanno ancora visto un organigramma, pur essendo loro malgrado attori non protagonisti di riorganizzazioni logistico/funzionali che hanno il sicuro effetto di far aumentare il disagio e la sensazione di precarietà.

Per tutto il 2013 è continuato il perdurante silenzio dell’Amministrazione universitaria la quale, nei 5 anni già trascorsi, non ha mai sentito il dovere di comunicare al personale coinvolto gli sviluppi del progetto DipInt, malgrado gli Organi di governo di Ateneo e del DipInt (Comitato di indirizzo) continuino a discutere e ad approvare pratiche di ampliamento del rapporto convenzionale fra Università e Azienda Ospedaliera.

Si continua a non voler parlare, nei luoghi deputati, dei processi amministrativi in capo a questa, non più nuova, ma ancora sperimentale struttura, né del processo, ben più complesso, di reale integrazione fra Università e Azienda ospedaliera.

L’unica certezza per queste lavoratrici e lavoratori è sapere che il proprio costo stipendiale, a carico del finanziamento regionale per il progetto DipInt, continua a permettere all’Ateneo di imputare fra le entrate del bilancio, anche per il 2014, la somma di 2 milioni e 500 mila euro.

Sarà il 2014 l’anno in cui si lavorerà finalmente per la vera integrazione?

La FLC CGIL manterrà costante il proprio impegno monitorando l’evoluzione della situazione, tenendo alta l’attenzione sui processi di strutturazione del DipInt, pronta a segnalare e contrastare ogni abuso o deriva, nella difesa dei diritti contrattuali di tutte le lavoratrici e i lavoratori universitari coinvolti. Senza dimenticare le svariate realtà precarie (personale delle cooperative, tempi determinati, cococo ecc.) che danno vita al DipInt stesso. 

Per questo chiediamo:

all’Amministrazione Universitaria 
trasparenza in merito alle delibere assunte dagli organi di governo del Dip Int

e L’IMMEDIATA apertura del tavolo negoziale di confronto
;

alla Dirigenza del DipInt
di astenersi, in mancanza di un organigramma, 
dal reiterare processi di mobilità interna
.

Giovedì scorso si è svolto il III Congresso della FLC Università di Firenze che ha visto la partecipazione di circa 150 colleghi iscritti alla CGIL e una ventina di simpatizzanti - oltre ai numerosi invitati: Mimmo Pantaleo - Segretario Generale FLC, Mauro Fuso - Segretario Generale della Camera del Lavoro di Firenze, Moreno Verdi - Coordinatore Nazionale della Struttura di Comparto Università, il Rettore Prof. Alberto Tesi e la Delegata per le Relazioni Sindacali, Prof.ssa Maria Paola Monaco, i Segretari Generali della FLC Firenze Paola Pisano e FLC Toscana Alessandro Rapezzi, i rappresentanti degli studenti e dei colleghi in appalto delle portinerie e della pulizia. Ha portato i suoi saluti al Congresso la Prof.ssa Anna Benvenuti, Direttrice del Dipartimento SAGAS, che ospitava il Congresso nell’Aula Magna dello storico Palazzo Fenzi in Via San Gallo 

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