La manifestazione unitaria organizzata sabato 9 febbraio ha richiamato un fiume umano pacifico e colorato, che ha sfilato per le strade di Roma fino a sfociare in una piazza San Giovanni gremita e festosa. Palloncini di colori diversi, bandiere e striscioni di opposte fazioni, canti e cori di tutti i vernacoli: una vera e propria festa, il cui tema ha accomunato ideologie e territori, generazioni e comparti. Tutti i manifestanti presenti a Roma, infatti, sono accorsi per gridare al Governo la necessità impellente di cambiare rotta, di riportare il lavoro al centro del dibattito politico, di pensare a forme di investimento reali per la crescita del nostro Paese.
Dal palco di San Giovanni, dopo le esperienze riportate da lavoratori di vari settori, anche le voci dei segretari generali di CGIL, Cisl e Uil si sono unite a questo coro, ammonendo i politici a riaprire il dialogo con le organizzazioni sindacali. <Ai governanti diciamo: "Ascoltateci! - ha detto Maurizio Landini - Noi siamo il vero cambiamento e chiediamo di confrontarci su un nuovo modello di sviluppo che metta al centro il lavoro per restituire una vita dignitosa a tutti">.
Grande risalto è stato dato, in questo percorso di cambiamento proposto da Landini, alla formazione e alla conoscenza, vera chiave di sviluppo con cui affrontare le sfide del presente. <A chi dice che con la cultura non si mangia noi rispondiamo che con la cultura si cresce; investire sulla scuola, sull'università e sulla ricerca è indispensabile in una società complicata come quella moderna, che richiede l'unione delle competenze di ciascuno per ottenere un risultato soddisfacente per tutti>.