Le politiche governative sono intervenute sulle Università riducendo il finanziamento pubblico, imponendo drastiche riduzioni di personale mediante il sostanziale blocco del turn over, impedendo ogni possibile aumento stipendiale sia al personale docente sia al personale T/A e tagliando perfino i fondi destinati alla contrattazione di II livello.
In questo contesto e in una situazione in cui l'Italia già si presentava come fanalino di coda - non solo in Europa ma fra tutti i paesi più industrializzati del mondo - per investimenti in ricerca, si è inserita la riforma Gelmini che ha profondamente modificato gli equilibri e gli assetti interni delle Università.
Una giornata dedicata ad analizzare e riflettere sulle conseguenze determinate dalla riduzione della spesa pubblica in formazione e ricerca nelle Università toscane, è il nostro modo di contribuire al dibattito congressuale e di individuare gli ambiti di intervento comuni su cui svolgere la nostra azione sindacale.
La riforma Gelmini è stata contrastata da ampi settori studenteschi, da alcune Oo.Ss tra cui la CGIL, da una parte della docenza e delle istituzioni universitarie. L'opposizione a questa riforma, è bene dirlo, è stata meno forte ed estesa di quella che caratterizzò la riforma Ruberti. Il minor clamore delle recenti proteste è stato forse il risultato del convergere di due aspetti complementari: l'esplicazione dell'autonomia ha rafforzato dinamiche di potere locale all'interno degli atenei; il clamore mediatico su alcune vicende che hanno messo in luce patologie del sistema, notissime e a lungo colpevolmente tollerate e comunque molto diffuse anche altrove (opacità nel reclutamento, sperpero di denaro pubblico, ecc.).
La drastica riduzione delle risorse e la contrazione complessiva del sistema universitario ha investito anche gli Atenei toscani che hanno vissuto, e stanno vivendo, un momento molto difficile. Su questo intendiamo riflettere e discutere, convinti che la deindustrializzazione e i massicci processi di privatizzazione del paese, che coinvolgono anche la nostra regione, l’assenza di politiche industriali attive e i processi di delocalizzazione e dequalificazione del sistema produttivo regionale, siano una precisa conseguenza della crisi e della strutturale sottovalutazione del ruolo della ricerca e della formazione come strumento di sviluppo.
Il processo di ristrutturazione che in questo contesto investirà gli atenei toscani potrà essere devastante se non si verificherà una netta inversione di tendenza che, oltre a un maggiore stanziamento delle risorse, riesca a imporre un rinnovato sistema universitario regionale capace di costituire un organico sistema per la didattica e la ricerca pubbliche.
Presso l’AULA MAGNA dell’ex Facoltà di Agraria (Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali)
Via del Borghetto, 80 - PISA
Programma
- ore 9.30 - Saluti del Segretario della Camera del Lavoro di Pisa – Gianfranco Francese
- ore 9.45 - Saluti del Segretario Regionale FLC – Alessandro Rapezzi
- ore 10.00 - Il nuovo assetto istituzionale delle Università dopo la Riforma Gelmini
F. Parissi – Firenze; M. da Caprile – Pisa - ore 10.30 - Il ridimensionamento degli atenei toscani: finanziamenti pubblici, personale, precariato
S. Capaccioli; P. Cuomo; S. Kovatz; - ore 11.10 - Intervento dei rappresentanti degli studenti
- ore 11.30 - Un matrimonio di interesse: l'integrazione fra Università e Aziende ospedaliere
Luisa Nese (Firenze), Valerio Palla (Pisa) - ore 12,00 - DIBATTITO – Coordina Francesco Giorgelli
- ore 13.45 Pausa pranzo
- ore 15.00 - 17,30 - Riunione gruppi di lavoro:
Gruppo Università
Gruppo DIPINT