Gent.ma Ministra Maria Chiara Carrozza,
Siamo un gruppo di docenti, inseriti nella graduatoria ad esaurimento (GAE) della provincia di Firenze, per la classe di concorso A019 (discipline giuridiche ed economiche), ed abbiamo deciso di rivolgerci direttamente a Lei per metterla a conoscenza di una situazione che ha da tempo raggiunto caratteri di evidente e pesante insostenibilità, professionale, organizzativa, ed umana.
Come è facile verificare scorrendo la nostra graduatoria, esiste un precariato che definire storico appare del tutto eufemistico, poiché conta anche trent’anni di incarichi annuali, senza immissione in ruolo, pur avendone da tempo immemore i requisiti formali ad oggi richiesti, con un’età anagrafica che supera, in più di un caso, i sessant’anni. Proviamo, in sintesi, ad esporle le cause che hanno portato a tali esiti, al fine di rendere più chiaro il quadro della situazione.
- L’accesso all’insegnamento delle discipline giuridiche ed economiche avviene, caso unico, da ben tre facoltà universitarie (scienze politiche, economia e commercio, giurisprudenza);
- Il diritto e l’economia sono considerate materie “tecniche”, solo timidamente inserite nella scuola italiana, da sempre contrassegnata da un insormontabile generalismo e, dunque, piuttosto ostile al sapere tecnico-scientifico (cosa di cui Lei sappiamo essere ben consapevole);
- Le misure Tremonti-Gelmini hanno operato ulteriori tagli delle discipline in oggetto, senza poi sostenere quegli indirizzi dove compaiono, ma che hanno scarsissima diffusione.
Le conseguenze di questo quadro scoraggiano probabilmente da sempre le attribuzioni del ruolo da parte degli organi istituzionali; basti pensare che anche l’assorbimento dall’ultimo concorso del 1999, almeno in Toscana, è stato quasi impalpabile. Si profila, per molti di noi, un pensionamento da precari ma anche una difficoltà nel mantenere l’incarico annuale, visto che gli effetti dei tagli alle discipline, di cui al punto c), si protrarranno fino all’anno scolastico 2014-2015, con ulteriori perdenti posto che sceglieranno la nostra provincia come accade da molti anni.
Crediamo, che le nostre materie debbano meritare più attenzione: il diritto e la moneta costituiscono due basi della civiltà, e mai come oggi l’economia è stata così “popolare” presso il grande pubblico; riteniamo che sarebbe quantomeno opportuno inserire almeno un’ora la settimana negli ultimi anni dei licei classici e scientifici, pensando che sia oggi davvero singolare che si esca da questi studi senza conoscere, ad esempio, le principali istituzioni del diritto pubblico e dove finiscono i proventi dei prezzi. Così come sarebbe serio reintrodurre il nostro insegnamento (tagliato dalla riforma Gelmini) nelle classi terminali degli istituti tecnici, la cui eliminazione suscitò le osservate critiche di personalità quali Alessandro Pace e Chiara Saraceno.
Non diremo nulla, in ultimo, sul problema dei cosiddetti “riservisti” (categorie protette), la cui presenza si concentra ormai quasi solo e sempre più massicciamente sulla nostra classe di concorso, perché ciò aprirebbe una questione che ha assunto contorni estremamente discutibili e controversi, anche a livello para-istituzionale.
Ci perdoni, Ministra, della via che abbiamo scelto per contattarla, ma la sensibilità da Lei mostrata ci ha incoraggiato a farlo. Non vorremmo essere costretti a sperare nella sentenza della Corte di Giustizia Europea (a gennaio prossimo), poiché le nostre ragioni ci parrebbero da accogliere attraverso il semplice buon senso. Ma ormai, scorgiamo la possibilità che per noi “il libro si stia chiudendo” nel modo più amaro.
Ringraziandola sentitamente per l’attenzione che vorrà rivolgerci, le porgiamo sentiti saluti.
Sauro Partini,
Roberto Mannucci,
Fiaschi Adria,
Baggiani Stefania,
Gius Marco,
Claudia Mencarelli,
Laura Nazzi,
Eleonora Verdi,
Francesco Sottili,
Baccari Elena.
Firenze, 20 Settembre 2013
Per comunicazioni: Sauro Partini - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.