Schema di decreto legislativo recante norme in materia di valutazione e certificazione delle competenze nel primo ciclo ed esami di Stato
Primo ciclo
Valutazione in decimi. Per quanto riguarda il primo ciclo, si sottolinea la necessità di stralciare la questione relativa alla valutazione in decimi, che ha portato un’involuzione sul significato della valutazione, riducendone il valore “formativo”. Se venisse stralciata dalla legge delega e discussa successivamente in un DM, potrebbe essere approfondita e più facilmente modificata. Si suggerisce comunque almeno la sostituzione dei voti in decimi con le lettere, in coerenza con il sistema delle competenze.
Valutazione comportamento. Bene la valutazione del comportamento in modo descrittivo.
Ammissione all’Esame di Stato. A proposito della valutazione per l’ammissione all’anno successivo o alla prova di esame, la dicitura “complessiva” non andrebbe interpretata come “media dei voti” e dovrebbe ispirarsi all’idea di una valutazione formativa. Si suggerisce l’utilizzo di “complessiva e motivata”.
Esami di stato. Si concorda sulla scelta di semplificare la procedura per le prove di esame del primo ciclo. Con “prove di lingua straniera articolate in due sezioni” occorrerebbe dare opportuno spazio anche alla seconda lingua.
Commissione d'esame. Si propone di sostituire la parte "[...] Per ogni istituzione scolastica svolge le funzioni di Presidente il Dirigente Scolastico" con "[...] Per ogni istituzione scolastica svolge le funzioni di Presidente un Dirigente Scolastico individuato dall'Ufficio scolastico territoriale"
Secondo ciclo
Ammissione all’Esame di Stato. L’attuale dicitura è: “Votazione media non inferiore a 6 decimi incluso il comportamento”. La nostra proposta è di sostituirla con: “Votazione media non inferiore ai 6 decimi non includendo il voto di comportamento, che tuttavia concorre all’assegnazione del credito”. In questo modo si verrebbe incontro alle perplessità di molti docenti che ritengono che il voto di comportamento nella media dei voti potrebbe falsare la valutazione complessiva, ma se ne manterrebbe un peso nell’attribuzione dei crediti per l’esame. Inoltre, se restasse in vigore il decreto 122, il comportamento conserverebbe la sua rilevanza perché, con una votazione non sufficiente, non consentirebbe l’ammissione alla classe successiva o alle prove di esame.
Attribuzione del credito: Si concorda sul dare maggiore spazio all’esperienza scolastica dello studente attribuendo 40 punti alla carriera e 60 all’esame, ma occorrerebbe che le fasce fossero più ampie per consentire di differenziare meglio le diverse situazioni dei singoli studenti.
Prove di esame e punteggi. In primo luogo concordiamo con l’eliminazione della terza prova scritta; inoltre sarebbe preferibile che la seconda prova fosse pluridisciplinare coinvolgendo le materie di indirizzo e che avesse una struttura costante nel tempo (senza l’attuale “effetto sorpresa” sulla scelta delle discipline), in modo da consentire una preparazione serena e adeguata in corso d’anno. Si ritiene equilibrato dare un peso al colloquio pari alla somma delle due prove scritte, attribuendo 15 punti alla prima prova, 15 alla seconda e 30 all’orale. Siamo favorevoli alle griglie di valutazione definite a livello nazionale.
Alternanza scuola lavoro. La presenza di questa attività durante il colloquio d’esame può creare dei problemi, per esempio ai privatisti, che sarebbero esclusi perché eventuali attività non sono per loro considerate. Si ritiene che l’alternanza scuola lavoro debba avere uno spazio nel colloquio, ma non esserne la parte centrale. Si ritiene utile mantenere un momento autonomo e creativo per lo studente nell’avvio del colloquio. Si potrebbe prevedere una formulazione del genere: “Il colloquio ha inizio con un argomento a scelta del candidato e deve dare spazio alle esperienze di alternanza scuola-lavoro svolte nel corso del triennio”.
Prove Invalsi
Come Dirigenti Scolastici riteniamo che le prove Invalsi siano uno strumento utile, ma che ancora, per diverse ragioni, non trovano un adeguato consenso delle scuole. Sarebbe auspicabile che si avviasse al più presto un processo di maggiore riflessione e condivisione con i docenti sugli strumenti di valutazione e sulle stesse prove Invalsi. In questo momento esse possono rappresentare uno strumento per la valutazione del sistema, ma non ci sono ancora le condizioni perché vengano utilizzate per una valutazione di istituto o dello studente, salvo che questo non derivi dalle autonome scelte delle singole scuole o del singolo docente. Pertanto riteniamo condivisibile valorizzare le prove Invalsi (magari effettuandole all’inizio dell’anno scolastico e non alla fine), ma non vincolarle all’Esame di Stato. Sono state correttamente escluse dalla valutazione dell’esame della secondaria di primo grado, ma occorrerebbe anche eliminare il punto in cui il loro svolgimento viene considerato condizione obbligatoria per l’ammissione all’esame della secondaria di secondo grado ed evitare che l’esito delle prove venga riportato nel curriculum dello studente.
Il presente documento è sottoscritto da:
Marina Andalò - Dirigente Scolastico Scandicci
Ludovico Arte - Dirigente Scolastico Firenze
Silvia Bertone - Dirigente Scolastico Firenze
Simone Cavari - Dirigente Scolastico Sesto Fiorentino (Fi)
Nella De Angeli - Dirigente Scolastico Viareggio (Lu)
Osvaldo Di Cuffa - Dirigente Scolastico Campi Bisenzio (Fi)
Giacomo Forti - Dirigente Scolastico Firenze
Laura Innocenti - Dirigente Scolastico Scandicci (Fi)
Laura Lozzi - Dirigente Scolastico Empoli (Fi)
Gabriele Marini - Dirigente Scolastico Volterra (Pi)
Marco Paterni - Dirigente Scolastico Firenze
Angela Pecetta - Dirigente Scolastico Firenze
Annalisa Savino - Dirigente Scolastico Firenze
PROTEO TOSCANA:
Doriano Bizzarri
Laura Chirici
Carlo Testi
Mario Batistini
FLC Toscana
Daniele Monticelli, segretario generale