“Siate eretici”, è così che si è concluso l’intervento di Luigi Caramia (Centro nazionale FLC CGIL) al Seminario nazionale sull’Alternanza Scuola-Lavoro (da qui in poi, ASL), “Fare scuola dentro e fuori le aule”, dello scorso 13 ottobre. Visto il tema, la citazione - ripresa da un intervento del 2014 di Don Luigi Ciotti - è decisamente calzante: in greco, infatti, “eresia” significa “scelta” e nel caos che racchiude oggi l’espressione “alternanza scuola-lavoro” è assolutamente necessario saper scegliere e far chiarezza, perché, per continuare citando Seneca, “non c’è vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare”. E mentre il MIUR continua a veicolare comunicazioni contraddittorie e incomplete in materia, la CGIL invita le categorie ad un continuo e costante confronto sul tema, al fine di creare una mappa orientativa, fissare delle “tappe confederali” nell’espletamento di questo “nuovo” obbligo introdotto dalla Legge 107.
Il monitoraggio CGIL effettuato sul primo anno di attuazione delinea infatti un quadro preoccupante: un ragazzo su quattro è fuori da percorsi di ASL di qualità, l’80% delle scuole hanno progettato percorsi di ASL partendo da offerte di soggetti privati, l’80% delle esperienze di lavoro sono realizzate almeno in parte nel periodo estivo quando le attività didattiche sono sospese, il 90% dei percorsi ASL si realizzano in piccole o micro imprese (tessuto che non aiuta il controllo della capacità formativa delle aziende). Insomma, agendo “in emergenza”, istituzioni scolastiche e mondo del lavoro hanno trovato non pochi ostacoli e difficoltà nell’applicazione di una normativa calata dall’alto, predisposta senza dialogo sociale. Come si progetta quindi una “buona” alternanza che instauri un rapporto virtuoso tra scuola e impresa?
La riflessione va condotta a partire dalle numerose mancanze della legge 107. Così come concepita, la riforma sull’ASL risulta un attacco all’autonomia scolastica: introduce l’obbligo di un percorso che - in assenza di una cabina di regia nazionale, con diramazioni territoriali che consenta uno sviluppo del rapporto scuola-lavoro che coinvolga tutti i soggetti deputati (Ministero dell’Istruzione e del Lavoro, Regioni e Parti Sociali) - non può essere attuato ugualmente in tutte le regioni.
Durante l’anno scolastico appena concluso è spesso accaduto che gli istituti abbiano acquistato pacchetti “usa e getta”, nati in modo occasionale, da soggetti privati. La prima regola per una ASL di qualità è che la progettazione dei percorsi rimanga prerogativa esclusiva della scuola ma non solo del dirigente scolastico: è importante coinvolgere in questa fase anche il collegio docenti e gli studenti.
Rispetto a questi ultimi - oltre un milione per il corrente anno scolastico - è urgente che venga predisposta a loro tutela la Carta dei diritti e dei doveri degli studenti in alternanza scuola lavoro, promessa dal governo ma non ancora disponibile.
Altro punto focale da monitorare con attenzione, è il registro delle nazionale delle imprese, quello strumento che dovrebbe garantire trasparenza e affidabilità dell’azienda oltre che certificare la sua capacità formativa: attualmente risultano soltanto 500 iscrizioni ma soprattutto non è prevista l’obbligatorietà per la scuola di sottoscrivere convenzioni con i soggetti che vi aderiscono. La guida operativa del MIUR recita infatti: “Le convenzioni possono essere stipulate, tuttavia, anche con imprese, musei e luoghi di cultura e di arte, istituzioni, che non sono presenti nel Registro nazionale per l’alternanza scuola-lavoro.”
Una “buona” ASL richiede inoltre investimenti su tutto il personale scolastico sia in termini di contrattazione di istituto (orario di lavoro e retribuzione) che di formazione (la figura del “tutor interno” ad esempio necessita di competenze specifiche su materie come salute e sicurezza). La legge 107 ha introdotto l’obbligo formativo per i docenti ma, affinché questo non si trasformi in un mero espletamento burocratico e rappresenti effettivamente un’opportunità di crescita professionale, è importante controllare la qualità e la tipologia della formazione erogata.
Infine, la discussione sull’ASL non può prescindere da un’accurata analisi del sistema produttivo italiano. Successivamente alla crisi del 2008 il nostro Paese ha perso un terzo delle imprese e si è verificata una progressiva terziarizzazione. L’invecchiamento della popolazione, il disagio giovanile, un’offerta turistica sempre più legata al territorio, una maggiore attenzione all’ambiente stanno creando altre prospettive lavorative. Nella scelta dei percorsi di ASL, non possiamo ignorare questa trasformazione.
Per questo la CGIL Toscana e la FLC CGIL Toscana hanno deciso di sostenere per l’a.s. 2016/17 il progetto “Scuola Lavoro Solidarietà”, una sperimentazione di itinerari di apprendimento servizio in ASL, di cui si fanno promotrici Proteo Fare Sapere Toscana e Legambiente Scuola e Formazione. La suddetta proposta ha infatti l’obiettivo di andare oltre l’idea di ASL strettamente economico-pratica di matrice aziendalista, investendo in percorsi di educazione pro-sociale in grado di far crescere le competenze civiche e sociali degli studenti per renderli a loro volta promotori di un cambiamento socio-culturale.
Francesca Betti - FLC CGIL Toscana