Pubblichiamo di seguito ed in allegato la lettera unitaria inviata da FLC CGIL, CISL SCUOLA, UIL SCUOLA, SNALS CONFSAL, GILDA UNAMS al Presidente del Consiglio, al MIUR, al Direttore USR Toscana, al Direttore AT Firenze, alla Direz. Gen. per lo Studente, l’Integrazione, la Partecipazione e la Comunicazione, al Sindaco della Città Metropolitana di Firenze e a tutte le Istituzioni Scolastiche della Provincia di Firenze, per sottoporre alla loro attenzione, alcuni degli effetti che la LEGGE 13 luglio 2015 n. 107 (cosiddetta legge della “Buona Scuola”) ed altri recenti provvedimenti legislativi hanno avuto sul sistema scolastico.
Le scriventi OO.SS. della provincia di Firenze pongono all’attenzione di tutti i soggetti in indirizzo alcuni degli effetti che la LEGGE 13 luglio 2015 n. 107 (cosiddetta legge della “Buona Scuola”) ed altri recenti provvedimenti legislativi hanno avuto sul sistema scolastico.
Personale ATA
I tagli degli organici e le disposizioni contenute nella Legge di Stabilità 2015 dimostrano come, in perfetta continuità con le politiche dei precedenti Governi, il ruolo di questo personale sia considerato marginale se non addirittura inutile. Infatti, in caso di assenza, alcuni di questi lavoratori (Assistenti Amministrativi e Assistenti Tecnici) non possono essere mai sostituiti, mentre per i Collaboratori Scolastici la decisione è demandata ai singoli Dirigenti Scolastici. Le proposte contrattuali di Istituto per far fronte a questa situazione sono orientate, nella maggior parte dei casi, ad un forte ampliamento degli straordinari a carico del FIS o ad attribuire riposi compensativi. Da questa “nuova organizzazione” sono sempre più esclusi temi fondamentali come i servizi alla persona o le funzioni miste, che vengono, in modo improprio, scaricati sui lavoratori della scuola senza alcun accordo preventivo con le RSU. Queste OO.SS hanno più volte denunciato lo stato in cui si trovano tante scuole, che, per assicurare un minimo di funzionalità, hanno introdotto istituti
organizzativi quali orario spezzato, orario plurisettimanale o itineranza tra plessi, senza, peraltro, autorizzazione ad usare il proprio mezzo.
Le scriventi hanno chiesto alla Città Metropolitana di Firenze di rendere nota la nuova distribuzione delle competenze della soppressa Provincia, affinché si possano affrontare alcune problematiche connesse al dimensionamento scolastico, alla luce delle scelte dei Comuni e delle norme che regolano l’attribuzione degli organici. A questo proposito si evidenzia come l’apertura di numerosi plessi con esiguo numero di alunni, su territori molto vasti dello stesso Comune, scarica sugli Istituti Scolastici decisioni che attengono invece ad una programmazione dei servizi attenta alle risorse umane a disposizione. Su questi temi le scriventi OO.SS. hanno chiesto più volte alla stessa Amministrazione periferica del MIUR un confronto di merito, per dare una risposta concreta ai bisogni di quelle scuole in cui ormai diritti come quelli dell’incolumità dei minori sono affidati alla “buona sorte”. La risposta che ci è stata fornita rimanda immancabilmente alla perenne ‘mancanza di risorse’, ma, data la gravità dei temi, non è più accettabile.
Infine i lavoratori ATA, in base alla Legge 107/15, sono oggetto di ben due discriminazioni:mancata previsione sia di un bonus per la formazione continua sia di un bonus per la valorizzazione del loro lavoro, al pari dei docenti. Evidentemente questa componente del personale scolastico, che è parte integrante della Scuola della Costituzione, secondo la L.107 non merita neanche di essere valorizzata.
Eppure è di questi giorni la previsione del MIUR di utilizzare una parte del personale ATA (nello specifico Assistenti Amministrativi) per la verbalizzazione dei lavori delle commissioni esaminatrici del concorso Docenti, segno evidente che la scuola non può fare a meno di questi lavoratori.
Poteri dei Dirigenti Scolastici
Corre l'obbligo, in premessa, di evidenziare come un numero abbastanza consistente di Dirigenti Scolastici fiorentini non abbia assunto posizioni di chiusura al confronto ed abbia invece avviato un'interlocuzione con le OO.SS. e con i Collegi dei docenti per trovare soluzioni condivise, rispetto all'applicazione della Legge 107/2015, nella consapevolezza che, come dimostrano ricerche internazionali, il livello qualitativo della scuola aumenta laddove esiste un legame tra i docenti e la comunità professionale risulta protagonista.
Purtroppo in molti altri casi la definizione dei criteri per l’assegnazione del Bonus previsto dalla L. 107 ha visto in questi mesi un atteggiamento di chiusura da parte di tanti altri Dirigenti Scolastici, i quali hanno impedito la discussione di merito nei Collegi Docenti, dimenticando che la componente docente del Comitato di Valutazione ha una rappresentanza di carattere professionale con il compito di individuare i criteri di valutazione in base all’azione concreta che la scuola mette in campo per l’ampliamento della propria offerta formativa. Circa la definizione dei criteri, alcuni Dirigenti hanno anche sottoscritto verbali in cui è stato individuato come criterio di attribuzione del bonus ‘la percezione’ - da parte di non si sa chi - dell’eccellenza dei docenti, altri hanno indicato criteri dove prevale la totale discrezionalità del DS sull'adeguatezza o meno del lavoro degli insegnanti. In alcuni casi è stata addirittura omessa la discussione in Collegio Docenti sul PTOF, come se questo fosse ormai attribuzione esclusiva della Dirigenza.
A tal proposito è importante ribadire che la Scuola non è un ramo qualsiasi della P.A. Il personale docente, nell’esercizio della sua professione, gode di tutela costituzionale (art. 33 Cost)tant’è che l’art. 1 del D.Lgs. 297/1994 afferma: “ai docenti è garantita la libertà di insegnamento come autonomia didattica e come libera espressione culturale del docente. L’esercizio di tale libertà è diretto a promuovere, attraverso un confronto aperto di posizioni culturali, la piena formazione della personalità degli alunni”.
Nel caso di una mancata discussione sul PTOF/POF emergono questioni professionalmente rilevanti: chi deve rispondere degli eventuali scostamenti tra gli obiettivi previsti e i risultati conseguiti dalla scuola? Quali tempi, interventi correttivi, metodologie attivare per rispondere alle
diverse problematiche degli alunni? Quali interventi prevedere per BES e alunni diversamente abili? Tutti i documenti elaborati in maniera dirigistica e senza vera condivisione saranno atti formali senza anima e sicuramente in contrasto con la professione di un buon docente.
Ad aggravare le difficoltà sopra descritte contribuisce spesso un clima non sereno, che si realizza in quelle scuole dove prevalgono atteggiamenti dirigenziali autoritari anziché autorevoli. Queste OO.SS. si trovano, sempre più frequentemente, a dover difendere i lavoratori da procedimenti disciplinari, che risultano formalmente illegittimi, spesso per la violazione di una serie di principi a cui devono conformarsi le procedure di contestazione (tempestività della notifica, mancata specificità degli addebiti, mancata gradualità della sanzione). Inoltre sempre più è difficile comprendere le ragioni del mancato accoglimento dei motivi di difesa, perché le motivazioni scritte nei provvedimenti sanzionatori sono eccessivamente generiche. I lavoratori, anche quando avrebbero validi motivi per impugnare le sanzioni ricevute, decidono di non ricorrere per evitare ulteriori contrasti con il DS e dover, in caso di soccombenza, pagare le spese processuali.
Quando poi sono i Dirigenti a soccombere, ci risulta che tante risorse dell’amministrazione periferica vengano destinate al pagamento delle spese processuali. Inoltre, in questi giorni, in un simile e complesso contesto, un certo numero di Dirigenti Scolastici fiorentini è stato chiamato a svolgere funzioni ispettive o a ricoprire la carica di Direttore di AT. Forse sarebbe stato più opportuno rinviare questa operazione di un paio di mesi, dopo gli
innumerevoli adempimenti cui le scuole sono chiamate nell'attuale fase dell'anno scolastico: valutazione dei neo-immessi in ruolo, attribuzione del bonus, verifica del POF, ecc.
Queste delicate operazioni saranno condotte da Dirigenti Scolastici che si ritrovano “reggenti” in Istituzioni particolarmente complesse per numero di classi e di personale, per attività di ampliamento dell’offerta formativa, per sperimentazioni e presenza di numerosi indirizzi di studio.
Saranno quindi questi Dirigenti a dover prendere delle decisioni importanti, senza aver in alcun modo contribuito a costruire la complessità della nuova scuola.
Infine la concentrazione in un unico soggetto di una serie di poteri decisionali deve essere necessariamente bilanciata da grandi controlli sul suo operato, soprattutto perché, essendo la scuola un’Istituzione educativa, i tempi e le procedure che si attivano per i ricorsi verso la P.A. arrivano
quando la lesione della relazione educativa è divenuta irreparabile.
Sotto questo profilo è esemplificativa la vicenda di un liceo di Firenze, i cui ragazzi sono stati sospesi per aver “occupato” la scuola. La “giusta punizione” si è trasformata in una sistematica violazione delle norme che regolano l’erogazione delle sanzioni, come ha dovuto riconoscere con un proprio decreto il Direttore USR Toscana Dott. Domenico Petruzzo, che ha ridotto di ben 10 giorni il provvedimento punitivo comminato dalla scuola.
Alcuni genitori hanno fatto reclamo per la revisione del voto di condotta, attribuito sulla base della prima sanzione. Ad oggi la scuola non ha dato alcun riscontro (l’art. 2 della L. 241/90 prevede che la conclusione del procedimento vada definita con atto espresso) e non ha messo ancora in campo un’azione risarcitoria nei confronti dei ragazzi che sono stati allontanati dalla comunità scolastica per ben 16 giorni, in quanto non è stata mai sospesa, nelle more dei vari ricorsi, l’efficacia dei provvedimenti successivamente revisionati su parere dell’organo di garanzia esterno.
Gli alunni, futuri cittadini, non devono avere dubbi sulla conformità delle azioni delle istituzioni scolastiche al principio di legalità per cui, quando sono sollevati dubbi in temi così delicati come la sospensione e la valutazione del voto di condotta, dovrebbero essere previste procedure automatiche di ripristino della legittimità degli atti, in assenza di un’azione di autotutela da parte degli organi scolastici.
Sotto altro profilo, il mancato rispetto del principio di legalità nel citato liceo risalta, a parere di queste OO.SS., anche dal seguente episodio: il giorno 18 marzo quella stessa scuola, in occasione dello sciopero del personale ATA, non è stata aperta e alunni e docenti sono stati lasciati liberi.
Le scriventi sollecitano un’istruttoria da parte degli organi di controllo per verificare il rispetto delle procedure previste dalla L. 146/90 - così come modificata e integrata dalla L. 83/2000 - e rilevare le eventuali illegittimità anche sotto il profilo del danno erariale, visto che tanti docenti non hanno
potuto svolgere la loro attività, come avrebbero dovuto in quanto non aderenti alla protesta.
Abbiamo più volte sollecitato l’Amministrazione ad esercitare un ruolo di controllo e verifica, in alcune scuole, sulle responsabilità connesse all’azione o all'inerzia dei vari organi. Le risposte non sono state sempre adeguate.
FLC CGIL Paola Pisano - CISL SCUOLA Antonella Velani - UIL SCUOLA Cristiano Di Donna - SNALS CONFSAL Fabio Mancini - GILDA UNAMS Silvana Boccara