"E' la fine dell'idea della scuola come presidio di civiltà": con queste parole il segretario della FLC CGIL Toscana Pasquale Cuomo sintetizza lapidariamente le conseguenze del decreto interministeriale che porterà al taglio di 700 istituti in tutta la penisola: nella nostra regione gli istituti che perderanno l'autonomia saranno 24 entro oil 2027 (15 nel 2024 -25 e altri 9 nel biennio successivo).
Alcune regioni (tra cui la Toscana) hanno già fatto ricorso e la FLC CGIL Nazionale ha scritto ai presidenti dell'Anci e alla Conferenza delle Regioni e Province Autonome annunciando che impugnerà il decreto: in Toscana, come d'altronde in quasi tutta Italia, questa norma introdotta dalla legge di bilancio avrà come conseguenza l'accorpamento o, in alcuni casi, la chiusura degli istituti comprensivi delle aree periferiche (zone isolate, montane, isole e aree interne), riducendo di fatto il diritto allo studio, il personale ATA e il numero dei docenti e portando alla costituzione di maxi istituti comprensivi e classi pollaio.
Problemi che vanno ad aggiungersi alle croniche carenze di organico che abbiamo già ampiamente segnalato, per quanto riguarda sia i docenti (oltre il 40% delle cattedre andrà a supplenza) che il personale ATA: mentre il preoccupante calo della popolazione scolastica avrebbe richiesto risposte di tutt'altro tipo, assistiamo a un altro anno che inizia all'insegna dell'emergenza.