L’appuntamento è per venerdì 11 ottobre a Roma dalle ore 11.00 alle 14.00 presso l’Aula Magna del CPIA 4, Via San Martino della Battaglia 9.
Il precariato nei settori della conoscenza, scuola, università, ricerca e AFAM, tocca ormai numeri da record, con intere generazioni di lavoratori che all’interno di settori chiave del sistema pubblico dell’istruzione e della ricerca sono costrette a lavorare sotto ricatto.
Con le nostre campagne #stabilizziamolascuola e #ricercatorideterminati siamo riusciti a porre all’attenzione pubblica il tema del precariato e a imporre questi temi al centro dell’agenda del governo. La stessa Commissione europea ha acceso i riflettori sull’Italia paventando l’ennesima procedura di infrazione per abuso dei contratti a temine e atipici nella pubblica amministrazione e per le disparità di trattamento a cui sono sottoposti i lavoratori precari.
Nella scuola quest’anno si sono superati i 120 mila posti vacanti, con una crescita della precarietà sia tra i docenti che tra gli ATA. L’abuso dei contratti a termine coinvolge migliaia di insegnanti e ATA che hanno ampiamente superato i 36 mesi di servizio e che per anni hanno continuato a lavorare senza una prospettiva di stabilizzazione. L’intesa appena siglata col Ministro Fioramonti è un primo passo nella direzione della stabilizzazione, altri dovranno seguire con l’avvio dei percorsi abilitanti e l’apertura dei tavoli tematici sugli ATA e sul sostegno.
Nell’università sono in atto da anni le più grandi degenerazioni dovute alla Legge 240/2010 che ha ampliato enormemente il fenomeno dei contratti a termine senza rinnovi e del ricorso ai contratti parasubordinati. Un arcipelago di cococo, contratti a prestazione d’opera, partite iva, docenze a contratto che colmano una parte fondamentale delle attività di ricerca e didattica del sistema. Assegni di ricerca e ricercatori a tempo determinato che, assieme ai contratti di natura flessibile, non sono coperti normativamente dalla Legge Madia sui percorsi di stabilizzazione. Reclutamento ordinato e ciclico, fase transitoria per assorbire il precariato storico e un finanziamento di almeno 1,5 mld che riporti i finanziamenti pubblici ai livelli pre-2008, sono le misure necessarie per ripensare complessivamente con un pre-ruolo unico e il ruolo unico della docenza un sistema accademico stabile.
Negli enti di ricerca occorre completare il processo di stabilizzazione in atto in base all’art. 20 commi 1 e 2 della riforma Madia, processo conquistato con anni di lotte dei precari degli Enti di ricerca. Presupposto fondamentale per raggiungere tale obiettivo è finalizzare le risorse necessarie non rendendo possibile altri utilizzi da parte degli Enti. Tali risorse si possono individuare sia nel FOE 2019 che con appositi finanziamenti aggiuntivi nella prossima legge di bilancio. Serve anche che il Governo vigili affinché le amministrazioni attuino subito i bandi di reclutamento.
Nell’AFAM la mancanza di strutturati meccanismi di reclutamento ha provocato lo sviluppo di un precariato diffuso sia tra il personale docente che tecnico amministrativo, aggravato da un’età media del personale molto elevata che ha comportato un sostanziale blocco del turn-over. A partire dal 2017, anche grazie alla mobilitazione e alle proposte messe in campo dalla FLC CGIL, sono state approvate una serie di norme che hanno consentito, da un lato, la costituzione di nuove graduatorie nazionali per i docenti e, dall’altro lato, lo stanziamento di specifiche risorse per i processi di stabilizzazione. Gli effetti iniziano a sentirsi: a partire dallo scorso anno accademico le assunzioni a tempo indeterminato del personale docente e ATA hanno raggiunto numeri che non hanno precedenti. Come FLC CGIL stiamo chiedendo un’accelerazione delle stabilizzazioni affinché sia risolto il problema del precariato storico prima che venga approvato il nuovo Regolamento sul reclutamento.
Infine, forti preoccupazioni stanno suscitando alcuni processi di privatizzazione strisciante del sistema dell’alta formazione artistica e musicale. Ci riferiamo in particolare ai percorsi formativi sempre più diffusi nelle istituzioni statali che rilasciano titoli di studio regolarmente autorizzati dal MIUR, finanziati quasi esclusivamente dalla contribuzione studentesca e nei quali lavorano per lo più docenti con contratti atipici. Per superare questa situazione la FLC CGIL chiede l’ampliamento della dotazione organica coerente con l’attuale offerta formativa e la stabilizzazione del personale che vi lavora da anni.
Occorre dare risposta all’emergenza del precariato con l’impiego di risorse adeguate e piani straordinari di stabilizzazioni che attraversino i diversi settori e rilancino a livello complessivo il ruolo della conoscenza, dell’istruzione, della ricerca e della formazione artistica e musicale. Serve un cambiamento profondo della normativa vigente sia sul versante del reclutamento che dei diritti e ripensare il ruolo della contrattazione in chiave inclusiva: salari in ingresso, progressioni di carriera, maternità, permessi, ferie, malattia e welfare.
La FLC CGIL rilancia la propria lotta contro la precarietà e invita tutte e tutti a partecipare all’assemblea nazionale con Maurizio Landini di venerdì 11 ottobre, dalle ore 11.00 alle 14.00 presso l’Aula Magna del CPIA 4, Via San Martino della Battaglia 9 (Metro Termini o Castro Pretorio).