Il convegno sull’autonomia differenziata organizzato giovedì 11 aprile da FLC CGIL Toscana e Proteo Fare Sapere Toscana presso l’auditorium del Consiglio Regionale ha proposto numerosi e significativi spunti di riflessione. Si riepilogano di seguito i punti salienti degli interventi e si invita chi desiderasse approfondire a cliccare sui link proposti in grassetto, che rimandano al punto specifico della video ripresa integrale.
Dopo i saluti di Doriano Bizzarri (Proteo Fare Sapere) e di Alessandro Lo Presti (Regione Toscana) il moderatore Maurizio Brotini (Segreteria CGIL Toscana) ha dato parola al Segretario Generale della FLC Toscana. L’analisi di Daniele Monticelli ha preso le mosse da un’oggettiva valutazione del calo di iscrizioni nel meridione che certifica le crescenti differenze tra nord e sud Italia nell'accesso a tutti i percorsi scolastici, dagli asili nido fino all'istruzione universitaria, e ha sottolineato come i sindacati del settore istruzione e ricerca siano assolutamente compatti nel sostegno alla raccolta di firme di sottoscrizione all’appello contro l’autonomia differenziata e che il tema rientra tra le rivendicazioni alla base dello sciopero convocato per il 17 maggio.
L’ intervento del Prof. Paolo Caretti, Docente Emerito di Diritto Costituzionale dell'Università di Firenze, sottolinea la complessità della situazione dopo la riforma costituzionale del 2001. I governi succedutisi non hanno dato attuazione ai trasferimenti di funzioni amministrative corrispondenti alle funzioni legislative dell’art. 117; altre inadempienze riguardano i LEP (Livelli Essenziali delle Prestazioni relative ai diritti civili e sociali) e la definizione del fabbisogno standard delle regioni, facendo così mancare i criteri attraverso cui si dovrebbe realizzare il regionalismo differenziato previsto dall’art. 116.
L’intervento del Prof. Giovanni Tarli Barbieri, Ordinario di Diritto Costituzionale dell'Ateneo fiorentino, ha ulteriormente dettagliato il punto di vista del collega, sottolineando la rilevanza costituzionale di una questione che non può essere schiacciata su un dialogo individuale tra singolo ente regionale e Stato e indicando, come ulteriore inadempienza, la mancata revisione dei “vecchi” statuti speciali (elaborati tutti prima del 1970 e solo integrati da parziali modifiche successive): l’autonomia differenziata porterebbe dunque al passaggio da un regime duale a uno confuso, con regioni “differenziate” che godrebbero di autonomia maggiore di quelle a statuto speciale. Il docente ha evidenziato inoltre le difficoltà strettamente tecniche del procedimento legislativo, che risulterebbe atipico e soggetto a una revisione costituzionale dagli esiti del tutto incerti.
Si sono quindi succeduti gli interventi di Augusto Cacopardo (Coordinamento per la democrazia costituzionale), Rebecca Borgogni (Rete degli Studenti Medi), Avvocato Mauceri, Ismahil Garras (Ass. studentesca LINK Coordinamento Universitario), Anna Busi (Segretaria FLC CGIL Trieste), Federico Marucelli (Proteo Fare Sapere Toscana), Serena Spinelli (Consigliera Regionale Toscana) e Francesco Baicchi (Coordinamento per la democrazia costituzionale)
L'intervento conclusivo di Francesco Sinopoli (Segretario Generale FLC CGIL) ha, da un lato, inquadrato la questione nel più ampio contesto europeo, in cui orientamenti “identitari” affini al regionalismo hanno evidenziato inesorabilmente il carattere di "risposte a breve termine" inefficaci e dannose (lampante l’esempio della Brexit) e, d’altro lato, ha declinato nello specifico dei settori dell’istruzione e della ricerca i rischi connessi a tali spinte autonomiste. Le reali emergenze sono gli investimenti su infrastrutture, salari, stabilizzazione del precariato, inaugurazione di nuove politiche sugli organici, che possono arrivare solo in conseguenza di una grande discussione pubblica sulla scuola - che parta proprio dalle esigenze degli studenti - rispetto alla quale il dibattito sull’autonomia differenziata è solo “arma di distrazione di massa”.