La particolarità di questa piattaforma è data dal lavoro che c'è alla base, nasce dal contributo, vero e reale, di tutte le compagne dei coordinamenti donne CGIL di tutti i territori. Contiene quindi anche il lavoro del Coordinamento Donne CGIL Toscana, di cui faccio parte come delegata FLC Toscana.
E' quindi un vero lavoro collettivo, frutto di discussioni, analisi e riflessioni, è un importante e prezioso lavoro di sintesi, volto a focalizzare in piccoli capitoli i punti chiave delle rivendicazioni.
E' una piattaforma rivendicativa che parla prima di tutto all'attuale governo, ma si rivolge anche alla nostra confederazione.
I dati da cui siamo partite nel Coordinamento Donne Toscana sono la fotografia di un mondo del lavoro e di un'organizzazione sociale che ancora utilizza e si muove su un sistema binario, contrapponendo due sessi: Uomo/Donna,come se si trattasse di due categorie fissate e fisse, ignorando, volutamente, che invece si tratta di relazioni, linee di confine, di pratiche, di identità e immagini create nel corso dei processi sociali!
Il genere è un processo sociale! Quindi sempre in movimento e in definizione, ha un carattere storico ed è soggetto al conflitto e al cambiamento.
Questa piattaforma nasce proprio dalla consapevolezza che conflitto e cambiamento storico portano al cambiamento dell'organizzazione sociale e del lavoro, e la CGIL vuole e deve essere attrice e promotrice di questo cambiamento.
"Le azioni volte alla promozione e alla tutela delle pari opportunità non possono più essere considerate una questione a sè stante, una questione di - donne - ma una parte integrante della democrazia e dell'equità sociale".
Questo è il pensiero che permea e dà corpo alla piattaforma.
Credo possa essere utile toccare con mano, guardando i dati, quanta vera sia la segregazione che le donne vivono nel mercato del lavoro. In genere a parità di lavoro le donne guadagnano meno degli uomini, spesso sono sottoinquadrate, spesso sono "costrette" a scegliere il part time.
Un'indagine dell'IRES CGIL Toscana, del 2017, ha raccolto e fornito dati oggettivi che mettono in evidenza il gap salariale, soprattutto nei settori legati alla moda o ai servizi. Si parla di "segregazione orizzontale": le donne si concentrano in settori produttivi ad alto di femminilizzazione, settori in cui il valore economico del lavoro svolto, strettamente connesso al valore sociale attribuito a questi lavori,prevede basse retribuzioni.
Eppure l'art. 23 della Carta dei Diritti Fondamentali dell'EU parla di parità di salario tra uomini e donne da assicurare in tutti i campi compresi: OCCUPAZIONE, LAVORO e SALARIO.
L'agenda Europa 2030 pone fra i punti del progetto "Finanziare il Futuro" l'obiettivo 5: UGUAGLIANZA DI GENERE - Raggiungere l'uguaglianza di genere ed emancipare tutte le donne e le ragazze.
La consigliera ONU per le donne - ANURADHA SETH - nel commentare il rapporto ONU sul gap salariale uomo-donna (nel 2017), lo ha definito: "il più grande furto della storia".
Queste disparità caratterizzano anche i nostri settori, quelli della conoscenza, sebbene trattandosi di lavoro pubblico tutte noi e tutti noi entriamo attraverso un concorso, ma le nostre carriere si differenziano presto, perchè diversi sono gli eventi delle nostre vite (genitorialità, lavoro di cura etc...), ma soprattutto perchè la "carriera" è declinata in modo "maschile".
Nei nostri settori oltre alla segregazione orizzontale, viviamo anche quella verticale. Le donne non hanno le stesse opportunità di carriera dei colleghi uomini.
In ambito universitario, quello nel quale lavoro, il dato è ormai sotto gli occhi di tutti, soprattutto dopo le parole inclassificabili del ricercatore del CERN di Pisa, Alessandro Strumia, e dopo la "confessione" del Rettore della Normale di Pisa, Vincenzo Barone, fatta in occasione della nomina, dopo 208 anni della prima ordinaria donna!
Presso l'Ateneo di Napoli Federico II quest'anno delle donne, ricercatrici e professoresse, con l'avallo del Rettore Manfredi, hanno istituito l'Osservatorio di genere sull'università e la ricerca. hanno coniato, per rappresentare la condizione delle donne universitarie la seguente metafora: "dal soffitto di cristallo al labirinto di cristallo" perchè il percorso accademico delle donne è simile a un labirinto, un percorso in cui non è facile vedere la via d'uscita e dove si palesano improvvisi e non chiari ostacoli, spesso visibili solo quando ci si sbatte contro. Ma la metafora è ottimista perchè ci dice che il labirinto è fatto di pareti di cristallo, quindi può essere attraversato, e lo si può tanto più facilmente quanto più se ne acquisisce consapevolezza collettiva (uomini e donne) dell'esistenza.
Per curiosità ho dato uno sguardo al mio Ateneo, Firenze: siamo perfettamente,o meglio tristemente, in linea con il trend nazionale. tante prof donne, ma poche ordinarie, poche nei settori scientifici. Un esempio per tutte: in area tecnologica (ex facoltà di Architettura e Ingegneria) 67 ordinari uomini e 11 donne; 132 associati uomini e 48 donne; 47 ricercatori uomini a tempo determinato e 22 donne; 45 ricercatori uomini a tempo determinato e 24 donne; per un totale di 300 uomini e 105 donne!
Sempre nell'ateneo fiorentino abbiamo 24 dipartimenti, con solo 5 diretti da prof. donne, di cui 1 sola in area biomedica.
In Italia su 82 Rettori solo 6 donne!
Vi ho presentato questi dati perchè anche da questi siamo partite quando abbiamo iniziato a lavorare alla piattaforma. Questa piattaforma parlerà al governo in carica: temo con scarsi risultati.
Questo governo sta accelerando la sua azione distruttiva dei diritti conquistati negli anni dal movimento delle donne, insieme agli uomini.
Il decreto Pillon sull'affido condiviso, l'attacco veemente e reiterato alla legge 194, le delibere comunali di Verona sulle "città della vita", l'apertura delle corsie d'ospedale al movimento prolife in Regione Campania, la chiusura della Casa delle Donne di Roma. Per non parlare del totale disinteresse, o dell'interesse strumentale, sulla violenza contro le donne, sia quella estrema che porta alla morte, sia quella più sfumata quotidiana che rende le donne deboli nel loro vivere quotidiano e nel loro lavoro. Senza dimenticare il totale disinteresse nei confronti delle donne migranti.
Sabato 6 ottobre la Piattaforma è stata presentata all'intera organizzazione CGIL. Ci siamo ritrovate, compagne e compagni, al teatro Brancaccio di Roma. Tanti gli interventi che si sono susseguiti, tante le testimonianze di donne lavoratrici, molti veramente toccanti. Non potendoli riportare tutti vi ricordo alcune delle parole della segretaria Generale Susanna Camusso, ve le riporto perchè parlano anche alla nostra confederazione, alle donne agli uomini e a tutti noi:
"La libertà delle donne è il metro che misura la democrazia di un paese e anche dentro le organizzazioni come la nostra"!
La nostra organizzazione deve quindi farsi parte attiva di un radicale cambiamento sociale, a partire dalle nostre strutture.
Quindi diamo vita, gambe e testa alle rivendicazioni della piattaforma, rafforziamola e facciamola vivere in tutti i luoghi della contrattazione.
Grazie