E’ una data importante, da non sottovalutare, da non liquidare come una delle solite trite ricorrenze, una sorta di atto dovuto per sentirsi in pace con la propria coscienza.
E’ un momento per fermarsi a riflettere su quanto sia violenta la società di oggi, riflettere sulle nuove declinazioni dell’agire violento, sulla violenza dei linguaggi e delle immagini, sulla violenza del sistema economico, del sistema sanitario.
E’ importante riflettere allargando il proprio orizzonte geografico, superando i confini del nostro Paese per impattare con latitudini alle quali essere donna è un marchio negativo, sinonimo di inferiorità, subalternità. Ci sono ancora Paesi dove si pratica l’aborto selettivo in caso di un feto di sesso femminile, altri nei quali il diritto allo studio viene negato alle bambine, altri ancora in cui esiste il fenomeno delle “spose bambine” e il divieto di aborto con relative condanne penali.
Sono tanti i modi per negare il diritto alla vita delle donne
Sono tante, troppe, le donne che vengono abusate, maltrattate soprattutto negli ambienti familiari e intimi, dagli uomini che più conoscono, che amano e di cui si fidano.
Sono sempre tante, troppe, le donne vittime di femminicidio. Uccise da uomini incapaci di vivere l’amore e di accettarne la fine, DONNE “colpevoli” di aver creduto e vissuto pienamente le loro relazioni.
Ogni 3 giorni in Italia 1 donna viene uccisa da un marito, un fidanzato, un compagno o un ex, spesso padre di figli voluti e cresciuti insieme.
Troppo profondo e colpevole il silenzio in Italia, in Europa, nel Mondo per tutti i femminicidi e anche per le tante donne vittime di stupri etnici in zone di guerra, per le donne morte nei conflitti, per le donne migranti morte sui barconi, annegate in fondo al mare.
Per tutte queste donne e perché NON ci siano altre vittime facciamo vivere il 25 novembre ogni giorno dell’anno e con l’impegno di tutti lottiamo per il cambiamento.
Negli allegati di seguito, alcune delle tante iniziative in programma per il 25 novembre.