La verità è che l'anno comincia il primo settembre, non il primo gennaio. Per quanto mi riguarda, le vacanze estive mi rigenerano, rinnovano il mio parco idee, colorano di azzurro il futuro professionale, mentre questo non accade con l'anno solare. A pranzo con mio padre parlavamo proprio di questo e lui, ammiccante, mi diceva che l'anno si prospettava meraviglioso, con tanti supplenti entrati di ruolo. “Papà - gli rispondo- forse non sai cosa significa la parola supplenti.”. Lui, sorpreso, descrive i supplenti come coloro che sostituiscono un collega assente. “Eh, no, papà -lo interrompo- allora non ti ricordi quando io facevo la supplente da settembre a giugno. Chi avrei sostituito? Non c'era nessuno malato... erano cattedre
vacanti, cioè senza insegnante nominato di ruolo. E l'ho fatto per cinque anni, ti ricordi?”
“Allora - comincia a capire- entrano in ruolo perché il governo e la scuola, comunque, ne hanno bisogno.” “Magari fosse stato così semplice... la CGIL ha chiesto alla Corte Di Giustizia Europea di pronunciarsi sull'argomento perché il personale, oltre a non essere retribuito durante le vacanze, non riusciva neppure a maturare anzianità e i conseguenti scatti di stipendio; secondo il Sindacato veniva leso un diritto lavorativo: era come un pagamento a cottimo, ma più avanzato. Il Tribunale ha dato ragione alla CGIL e ha ingiunto lo Stato a nominare gli insegnanti che avevano almeno 36 mesi, cioè tre anni, di servizio.
L'abuso, da parte dello Stato italiano, è stato così risolto, attraverso la stabilizzazione di molti precari e questo permette anche di cominciare un anno scolastico più tranquillo. L'anno passato, per esempio, l'alternarsi di colleghe fino a gennaio inoltrato, ha reso complicato la programmazione. Speriamo che l'inizio di quest'anno scolastico sia più fluido..”. Papà, pragmatico come sempre, ha concluso così “Allora il MIUR ha smesso di risparmiare sulla pelle dei lavoratori, non solo le ferie estive, ma anche gli scatti d'anzianità! Bravo Sindacato!”. Mio padre è orgogliosamente iscritto allo SPI.
Elisabetta Grandis