Il forte collante che rende coese le professionalità presenti nella scuola è la Scuola. Banalità? Forse, ma spesso mi trovo, come genitore, come docente e come RSU, a evidenziare aspetti chiave - i legamenti - di un organismo che altrimenti si sfalderebbe. Entro in segreteria e trovo i colleghi e le colleghe seppellite sotto montagne di scartoffie indispensabili per far funzionare tutto. E mi chiedo "e la dematerializzazione?" Sta arrivando, ma nel frattempo ogni missiva continua ad essere stampata, protocollata, archiviata.
Gli insegnanti hanno la fortuna di essere sostituiti quando sono malati. Nelle segreterie questo privilegio non c'è: quando è assente qualcuno il lavoro va suddiviso tra i rimanenti, come fosse una succulenta torta. Quest'anno, nella mia segreteria, due colleghi sono mancati per molti mesi, ma non è mai mancata la disponibilità a risolvere problemi: supporto economico per alunni con disagio, richieste di preventivi di molteplici nature, produzione di domande e certificazioni variegate per gli usi richiesti dalla legge. Anzi, pur mancando il personale, sono aumentati i modelli da rendicontare: il bonus docenti è responsabilità della segreteria! Nonostante sia responsabilità della segreteria, al personale ATA non tocca: per forza, è un bonus docenti! E allora quello ATA? Non esiste, tanto non si vede chi lavora sullo sfondo, chi non ha bisogno di formazione, chi non ha bisogno di riconoscimento. Ovviamente non è proprio così. Proteo Fare Sapere (uno dei pochi enti) si occupa di formare il personale ai cui corsi, i DSGA più illuminati invitano a partecipare.
Le persone che lavorano, inoltre, sono diverse, esattamente come i docenti. E come i docenti dovrebbero essere valutate, secondo la 107. Invece no, sono professionisti di serie B in un luogo di lavoro che considera gli insegnanti appartenere ad un'altra categoria. Per non parlare dei collaboratori scolastici. Spesso il primo impatto che i genitori hanno con l'Istituzione è proprio con loro. Rispondono al telefono, accolgono, danno informazioni. Nelle grandi aziende le persone che hanno questo ruolo appartengono al Front Office perché, è risaputo, il primo incontro è determinante. Invece, da noi, si chiamano "bidelli". Anche i ragazzi hanno rapporti privilegiati con i collaboratori perché le relazioni che nascono nei corridoi sono caratterizzate dall'individualità: quante volte un alunno chiede di andare in bagno, ma in realtà va a sfogarsi con la custode? Oppure esce dalla classe, piangendo a dirotto per un brutto voto, ma viene consolato e convinto a rientrare? I collaboratori conoscono il nome degli studenti, a volte meglio di alcuni insegnanti... Un'unica volta ricordo che fu offerto loro un corso di aggiornamento sulla relazione con gli studenti, aperto a tutte le professionalità che, con i ragazzi, avevano a che fare. E come fu partecipato! Non insisto sul bonus-collaboratori, né sulla valutazione perché, nella gerarchia professionale dell'istruzione, qua siamo in presenza dei servi della gleba!
La mia esperienza non mi fa sostenere un sindacato corporativo: da soli si va più veloci, ma insieme si va più lontano.
Elisabetta Grandis