Siete una fortunata parte dei lavoratori della scuola che ha diritto ai mitici 500€? Complimenti! Non siete quindi precari né personale ATA... Lontana da me la polemica corporativa che, invece, aleggia nei fatti dei nostri governanti: due pesi e due misure per chi, nella scuola, lavora.
Siete riusciti ad utilizzare questo fondo vocato all'aggiornamento? Facilissimo non è, quindi siete già aggiornati nella pratica di sopravvivenza ai meandri burocratici.
Primo passaggio: creazione dello SPID, ovvero acronimo per il Sistema Pubblico di Identità Digitale. Indispensabile per entrare nella PA, ovvero la Pubblica Amministrazione. Però io controllo il mio stipendio dal sito PA ed uso il Codice Fiscale, ormai da qualche anno... Dovrò dismettere tutto? (Sono domande che una povera docente di lettere, digitally illiterate, si pone, ma a cui poi non sa dare risposte).
Lo SPID viene fornito da quattro provider: Infocert, Poste Italiane, Tim e Sielte. L'unico gratuito via webcam è Sielte, ma è così oberato di richieste che risponde scusandosi per l'impossibilità di esaudirle tutte in tempi brevi. Allora ipotizzo che Infocert e Poste Italiane, con uffici diffusi sul territorio, possano fare al caso mio. Scrivo a Infocert chiedendo un appuntamento che mi viene fissato la settimana successiva. Mi presento e trascorro un'ora, insieme a una gentilissima impiegata, a rispondere alle solite domande che la PA mi rivolge ogni volta. La signora mi saluta dicendomi che il sistema mi invierà una email di conferma e, a quel punto, avrò l'Identità Digitale. Due giorni dopo mi giunge la terribile notizia che il processo è fallito. Tento allora la carta Poste Italiane. Mi presento nell'ufficio, prendo il numero dal totem, vado allo sportello e spiego che sto cercando di avere lo SPID. Il signore mi guarda interrogativo. Mi spiego meglio e il signore si alza per chiamare un altro signore, molto esperto. Quest'ultimo mi chiede nuovamente ciò che la PA desidera conoscere e, dopo numerosi sorrisi, mi saluta sottolineando la prossima venuta dello SPID via digitale: e finalmente arriva!
Decisa ad usare il bonus per acquistare cultura, dal sito dedicato genero un buono acquisto perché voglio vedere il Flauto Magico al teatro dell'Opera. Mi presento in biglietteria con il mio Q code e la mia stampa fiammante. Alla fine della coda, davanti ad un cortese giovane che mi chiede a quale spettacolo desidero assistere, rispondo, sventolando orgogliosa la stampa, che vorrei spendere parte dei 500€ per un biglietto per Mozart. Il giovane chiama l'ufficio che non è ancora pronto per il Q code ministeriale, ma preferisce il vil denaro: mi piego e compro arte con lo stipendio.
Mi organizzo per evitare nuove sorprese: vado sul sito www.cartadeldocente.istruzione.it e clicco sugli ambiti che sono 8. Non voglio acquistare online: preferisco vedere dal vivo ciò che voglio. Il primo è Formazione e aggiornamento: la maggior parte delle offerte di formazione provengono dalle scuole del comune. Non è molto allettante andare a fare un corso di aggiornamento proposto dai tuoi colleghi, magari addirittura nella tua scuola...
Vediamo Libri e Testi. Noto un grande assente: la libreria Feltrinelli, anche se tutti i bookshop dei musei accolgono i buoni: belli, ma con un numero assai limitato di titoli. Mi sorprende sia di trovare tutti i negozi di Mediaword tra le Mostre ed eventi culturali, sia di poter generare il buono per pagare i "Musei" che sono gratuiti per gli insegnanti. I "Cinema" a disposizione sono 4: Fiorella, Adriano, Flora e Uci. Magari, a Firenze, ce ne sono anche altri. Mi viene in mente lo Spazio Uno che propone da sempre film d'essai, lo Stensen che arricchisce con rassegne e dibattiti la vita cittadina o lo Spazio Alfieri che si distingue nel panorama cinematografico fiorentino.
Sono scoraggiata: so già che la spesa più semplice da effettuare sarà l'acquisto di un computer nuovo: non riesco a considerarlo cultura né aggiornamento, ma ringrazio comunque il governo per la mancetta.
Elisabetta Grandis