Ieri 9 ottobre 2015, la Rete degli Studenti Medi è scesa in piazza per manifestare la propria avversità alla L. 107/15, così detta “La buona scuola”. La CGIL ha aderito ufficialmente insieme ad altre associazioni convinta che, il pensiero dei giovani, non vada usato per sentirsi moderni e volti al futuro, ma ascoltato e accompagnato con discrezione imparando e insegnando reciprocamente. Era presente la FLC CGIL (scuola, università ricerca alta formazione artistica e musicale), la FILLEA (edili), la FILT (trasporti), il dipartimento giovani della CGIL e la segreteria provinciale.
Spiace vedere che l'evento è stato poco raccontato e addirittura, di fronte a quasi 2000 studenti, si sia parlato di qualche centinaio…..Si sminuisce inoltre il movimento inquadrandolo nelle solite confuse rivendicazioni di inizio anno. Sbaglia chi la vede in questo modo perché quello di ieri è stato un evento cosciente e consapevole, che ha ragionato e comunicato, finendo in tanti abbracci, in lacrime per la commozione di essere riusciti a ritrovarsi. Livorno è stata una delle più nutrite piazze d'Italia e, in un clima politico avvelenato da fazioni, vendette, trappole e botte mediatiche, abbiamo ricevuto una lezione di compostezza e unitarietà da chi invece le lezioni le dovrebbe seguire.
Auspichiamo che questo movimento si saldi presto a quello che nelle scuole, attraverso i collegi dei docenti, sta maturando attraverso iniziative spontanee e organizzate dai sindacati e dalle RSU. La maggior parte delle scuole sta elaborando documenti e strategie per ricondurre in un quadro, didattico condiviso e concertato, una riforma che tende invece a gerarchizzare e riferire ad un'unica figura ed al suo staff (così come se si trattasse di aziende), un lavoro che invece vive e cresce nella collegialità e nella condivisione. Nella scuola più povera e vituperata della storia della repubblica, in un paese che figura all'ultimo posto per spesa pro-capite per l'istruzione in rapporto al Pil , il 4,6% lontanissimo dal 12,5% dei due paesi nei quali il successo formativo è stimato fra i migliori al mondo (Finlandia e Corea), si intende valutare il lavoro individuale senza fissare obiettivi, riformare programmi, alimentare i fondi per il diritto allo studio….Una scuola che interviene sull'alternanza scuola lavoro dopo aver abbassato l'età minima per essere adibiti al lavoro da 15 anni a 14, imponendo anche in orario extrascolastico e in estate, 200 ore per i Licei e 400 per i tecnici ed i professionali. Troppo spesso si tradurrà in lavoro nero, che oltretutto danneggia il già fragile indotto dei lavoro stagionali. Della certificazione delle aziende che ospiteranno i ragazzi/e e sulla qualità dei formatori attendiamo indicazioni che ad oggi non esistono.Un provvedimento che intende sostituire l'apprendimento didattico con addestramento al lavoro, un ritorno all'avviamento professionale di antica memoria.
La legge 107 e la finanziaria, non si risparmiano invece per quanto riguarda le scuole private, tendendo ad un sistema pubblico/privato che produrrà una scuola classista che cesserà di essere ascensore sociale. Bravi ragazze e ragazzi...andiamo avanti a cercare la buona scuola, quella vera.
Patrizia Villa - Segretaria provinciale FLC CGIL