Ripresa scuola in presenza: non ricadano sui lavoratori scelte non condivise

Comunicato unitario di FLC Cgil e le altre Oo. Ss. del comparto scuola

Per studenti, famiglie e lavoratori delle scuole superiori del nostro territorio siamo alla tanto attesa ripartenza delle attività didattiche in presenza.
Contrariamente alla gran parte del paese, la Regione Toscana ha confermato il via libera per il rientro in classe del 50% degli studenti, avendo messo in campo provvedimenti importanti su trasporti e sanità.
Tuttavia il caos istituzionale e organizzativo non è più tollerabile: il Governo naviga a vista, cambiando provvedimenti nazionali quasi giorno per giorno, lasciando alle regioni la responsabilità di emanare proprie ordinanze e provocando di fatto un sistema di istruzione differenziato a macchia di leopardo sul territorio nazionale.
La scuola ha bisogno di certezze, continuità e prospettive e non possiamo più permetterci questa totale assenza sia di linea politica sia di un vero supporto alle istituzioni scolastiche.
Non è infatti pensabile chiedere alle scuole ancora una volta più di quanto stiano già facendo in termini di sforzi organizzativi. Anche riguardo alla necessità di prevenire gli assembramenti degli studenti, in fase di ingresso o uscita, ancora una volta si deve riscontrare che sulla scuola viene scaricata una buona dose di superficialità e approssimazione: ci chiediamo infatti se la previsione di anticipare l’orario di servizio dei docenti di dieci o quindici minuti rispetto al regolare inizio delle lezioni, per favorire appunto l’entrata degli studenti, possa essere davvero efficace o se non rappresenti invece un ennesimo tentativo improvvisato.
Docenti, personale ATA e Dirigenti Scolastici faranno come sempre la loro parte, ma ancora una volta siamo costretti a riscontrare che nei tavoli istituzionali si ipotizzano soluzioni organizzative senza il dovuto coinvolgimento di organi collegiali, RSU d’istituto e organizzazioni sindacali, lasciando ai soli Dirigenti Scolastici l’onere di trovare soluzioni, solitamente a costo zero per lo Stato, ma non altrettanto per chi vive e lavora nella scuola.

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