Pubblichiamo di seguito le due lettere inviate dalle lavoratrici e dai lavoratori dell'ICS "G. La Pira" al Ministro dell'Istruzione Carrozza in merito alla drastica riduzione del Fondo d'Istituto (che, in un contesto sociale difficile come San Donnino. imporrà il taglio di importanti attività di valorizzazione delle diversità culturali, recupero di alunni in difficoltà e prevenzione del disagio) e sulla totale inattendibilità dei test INVALSI
Al Ministro dell'Istruzione, on. Maria Chiara Carrozza
Al Direttore Ufficio Scolastico Regionale Toscana. dott.ssa Angela Palamone
Alle OO. SS. Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, GILDA, SNALS
Le lavoratrici e i lavoratori dell'ICS “G. La Pira” di San Donnino, Campi Bisenzio (Firenze), intendono con questa lettera denunciare l'enorme ferita inferta alla scuola a causa della drastica riduzione del Fondo d'Istituto, determinata dall'accordo sugli scatti di anzianità del 12 dicembre 2012, che ha tagliato di circa il 40% il Fondo nazionale per il Miglioramento dell'Offerta Formativa.
Dopo anni di continuo impoverimento delle risorse umane e finanziarie destinate all'istruzione, abbiamo vissuto questa decisione come l'ennesimo colpo che è andato a indebolire ulteriormente un organismo già fortemente in crisi e che ha minato l'esistenza stessa dell'autonomia scolastica e la nostra possibilità di far fronte ai numerosi problemi che quotidianamente siamo chiamati a risolvere.
Ci troviamo ad esercitare la nostra professione in un contesto sociale molto difficile, quello tra Firenze e Prato, caratterizzato dalla presenza di un numero molto alto di famiglie di origine non italiana (soprattutto cinese) ed alti tassi di marginalità sociale; fino allo scorso anno, pur nelle drammatiche ristrettezze dovute ai numerosi tagli agli organici succedutisi negli anni, il Fondo d'istituto garantiva una certa agibilità e ci permetteva di mettere in atto interventi mirati, progetti di valorizzazione delle diversità culturali, recupero degli alunni in difficoltà, lotta alla dispersione scolastica, prevenzione del disagio, interventi sul bullismo, esperienze di condivisione scuola-famiglia.
D'un sol colpo, siamo stati costretti a cancellare queste esperienze, come si fa con un tratto di penna su un testo sbagliato.
Indichiamo di seguito le principali attività che avevamo programmato, ma che non abbiamo potuto realizzare:
- Progetto Lettura: questo progetto era svolto nella nostra scuola da circa un decennio, costituiva l'asse portante del curricolo verticale dell'istituto, permetteva di valorizzare l'abilità della Lettura, dalla Scuola dell'Infanzia alla Scuola Secondaria di Primo grado; il fiore all'occhiello del progetto era costituito dall'incontro fra gli alunni e gli autori dei libri di narrativa utilizzati durante l'anno.
- Progetto Star Bene a Scuola: aveva lo scopo di individuare eventuale presenza di Disturbi Specifici dell'Apprendimento nei bambini della Scuola Primaria, così da approntare gli strumenti compensativi e dispensativi necessari fin dalle prime avvisaglie.
- Progetto Recupero: venivano organizzate ore di recupero extracurricolari per i ragazzi che avevano bisogno di colmare lacune nell'apprendimento.
- Progetto Potenziamento Lingua Inglese: organizzato da anni, intendeva valorizzare le eccellenze e fornire approfondimento su aspetti particolari della lingua e della civiltà.
- Laboratori di Alfabetizzazione e Italiano L2 per gli alunni di origine non italofona: erano una delle eccellenze della nostra scuola, dopo anni e anni di formazione ed esperienza acquisita sul campo; sono stati svolti, in misura estremamente ridotta, solo grazie ad alcuni fondi erogati dagli Enti Locali.
- Progetto Biblioteca Aperta: permetteva di inventariare con continuità i libri donati alla scuola, catalogarli ed avviarli al prestito; permetteva inoltre di coordinare un gruppo di genitori, che garantivano l'apertura quotidiana della biblioteca ed aiutavano ad organizzare una mostra-mercato finalizzata alla raccolta fondi per la biblioteca stessa.
Oltre a questi progetti didattici, il drastico taglio del FIS ci ha impedito di svolgere importanti attività funzionali, come le Commissioni a supporto delle Funzioni Strumentali (ad es. a proposito di Continuità e Curricolo verticale, Rapporti con il Territorio, Orientamento, Valutazione e Autovalutazione d'Istituto), oppure iniziative di supporto alle attività amministrative.
Non occorre essere addetti ai lavori per comprendere come la scomparsa di queste esperienze riduca fortemente la qualità dell'esperienza scolastica, per i lavoratori, ma soprattutto per gli alunni e i loro genitori. A conferma di ciò portiamo un dato: rispetto all'anno scorso, nella nostra scuola media è aumentato il numero dei non ammessi alla classe successiva, con un incremento di quasi 4 punti percentuale. Pur non avendo la pretesa di fornire dati statisticamente inoppugnabili, in questo risultato noi leggiamo un chiaro nesso con ciò che è avvenuto: meno risorse si traduce con più bocciature! E' questa la scuola che la nostra Costituzione chiede di realizzare? E' in questo modo che la nostra Repubblica intende adempiere al proprio dovere di rimuovere gli ostacoli che impediscano il pieno sviluppo della persona umana (art. 3, comma 2)?
Quanto fin qui esposto non intende, comunque, mettere in secondo piano l'altra questione connessa all'accordo del 12 dicembre, e cioè la progressione salariale in base al meccanismo dell'anzianità, che è un diritto sancito da accordi nazionali tuttora in vigore e che consideriamo estremamente importante, soprattutto in un momento in cui la reiterazione del blocco dei contratti di tutto il pubblico impiego penalizza fortemente il nostro salario. Oltre al fatto che si è creata una situazione di ingiustizia tra i lavoratori, essendosi recuperati solo gli scatti del 2011, non intendiamo avallare lo scellerato baratto che si è realizzato, per cui con una mano si dà (gli scatti) e con un'altra si toglie (il salario accessorio): progressione salariale e Miglioramento dell'Offerta Formativa sono cardini di un sistema che non possono e non devono entrare in contraddizione l'uno con l'altro.
Tante contraddizioni, invece, riscontriamo nell'operato delle parti che hanno sottoscritto l'accordo: che coerenza c'è nel comportamento di un Governo che da una parte parla di valutare il sistema nazionale d'istruzione e dall'altra toglie alle scuole sempre più strumenti per fare bene e migliorare? Che coerenza c'è nel comportamento delle OO.SS. firmatarie dell'accordo, che hanno avallato un meccanismo per cui, a conti fatti, si realizza un gioco “a somma negativa” per i lavoratori?
Conosciamo gli argomenti: la crisi, il deficit di bilancio, la mancanza di risorse... Siamo consapevoli del difficile periodo che il nostro paese sta attraversando, ma siamo altresì convinti che “far cassa” con la scuola sia un gigantesco errore. Noi siamo i testimoni diretti del fatto che i primi a subire le ripercussioni più pesanti dell'attuale situazione economica e sociale sono i ragazzi: per molti di loro la scuola rappresenta l'unica esperienza di crescita e riducendo le già esigue risorse ad essa destinate si riducono le loro possibilità di crescere, formarsi, mettere a frutto le proprie doti personali; cosa significa ciò, se non minare alla base la possibilità di ripresa del nostro paese, cioè le sue forze più giovani?
In conclusione invitiamo tutte le parti in causa a riaprire la riflessione e il confronto su questa materia, così da porre rimedio a una situazione che, di anno in anno, si presenta sempre più drammatica.
San Donnino, giugno 2013
RSU dell'ICS "Giorgio La Pira"
I docenti dell'ICS “Giorgio La Pira”, San Donnino (Campi Bisenzio) sulle prove INVALSI e il recente Regolamento sul Sistema Nazionale di Valutazione
Consideriamo sempre più importante mantenere vivo il dibattito sulle prove INVALSI e sul tema della Valutazione del sistema scolastico, soprattutto dopo che, in seguito ad un vero e proprio colpo di mano dell’ormai ex Ministro Profumo, tali prove sono diventate l’asse portante del Regolamento sul Sistema Nazionale di Valutazione, approvato dal Consiglio dei Ministri lo scorso 8 marzo, senza nemmeno rispettare i rilievi critici del Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione e senza nemmeno il parere della Commissione Cultura della Camera.
Un serio Sistema di Valutazione deve essere lo strumento per capire lo stato di salute del sistema scolastico, individuarne i punti deboli, indicare come intervenire e capire in che direzione vogliamo portare la scuola della Repubblica. In sostanza: deve innalzare la qualità del sistema e garantirne la missione fondamentale di assicurare uguaglianza e pari opportunità nell’accesso al sapere e nella acquisizione di competenze.
Siamo convinti che non sia possibile ottenere tale risultato esclusivamente sulla base dei risultati dei questionari standardizzati predisposti dall’Invalsi; ben altri indicatori di contesto dovrebbero essere considerati, come ad esempio lo stato dell’edilizia scolastica, i laboratori presenti e il loro grado di funzionamento, l’attrezzatura didattica e multimediale, il livello sociale e di studio delle famiglie, le valutazioni formative e i test di ingresso, la stabilità/mobilità del personale docente (ma non solo), le risorse, i tassi di dispersione, la formazione del personale ed anche la cosiddetta “qualità culturale” del territorio.
Riteniamo pertanto assolutamente sbagliato dare una tale centralità alle prove INVALSI, le quali devono tornare alla loro funzione originaria di fornire dati e medie nazionali ai quali far riferimento per il miglioramento della didattica e dell'organizzazione; devono tornare ad essere a campione e non estese a tutte le scuole indistintamente; non devono assolutamente servire per valutare il personale e gli studenti.
A tal proposito, chiediamo che si provveda a togliere al più presto la Prova Nazionale INVALSI dall'esame finale del Primo ciclo d'Istruzione, sia perché risulta un eccessivo appesantimento rispetto alle già previste prove scritte di Italiano e Matematica, sia perché rischia di indurre surrettiziamente uno spostamento della programmazione e delle attività didattiche verso l'addestramento al loro superamento, di fatto condizionando l'autonomia professionale dei docenti.
Chiediamo infine che si riapra il dibattito sul Regolamento del SNV e se ne modifichino radicalmente i contenuti.
San Donnino, 13 maggio 2013