Comunicato stampa: MIUR penalizza ancora una volta il diritto allo studio

Comunicato stampa di Domenico Pantaleo, Segretario generale della Federazione Lavoratori della Conoscenza CGIL e Serena Sorrentino, Segretaria nazionale CGIL.

 5/2/2013 - "Appare un po' intempestiva e certamente inopportuna la scelta
del Ministro Profumo, a pochi giorni dalle elezioni, di promuovere un
decreto che taglia ulteriormente il diritto allo studio". È quanto
affermano in una nota il Segretario nazionale della CGIL,  Serena Sorrentino
 , e il Segretario generale della FLC CGIL,  Domenico Pantaleo.
 
Dopo il rapporto pubblicato dal CUN sul sistema universitario, aggiungono i
due dirigenti sindacali, "che indica una perdita della popolazione
universitaria di circa 50 mila studenti,  Ministro  e  Governo Monti  avrebbero
dovuto  rafforzare il diritto allo studio , essendo questa emorragia
drammatica figlia delle politiche di tagli. Ma poiché il Governo dei
tecnici persegue con ostinazione una idea di privatizzazione del sistema
d'istruzione - proseguono -, senza alcun confronto, si intende emanare un 
decreto  che mira solo a diminuire il numero di studenti che abbiano
diritto alla borsa di studio".

Nel merito, continuano Sorrentino e Pantaleo, "si inaspriscono i requisiti
per potere risultare idonei, si diminuiscono gli importi e si arriva
perfino a differenziare la determinazione delle condizioni economiche dei
territori. In sostanza gli studenti possono essere idonei in una regione ma
possono, con lo stesso reddito della propria famiglia, non esserlo
nell'altra. Tutto ciò è  palesemente incostituzionale.  È evidente che
sarebbero fortemente penalizzate le regioni del sud e i figli delle classi
più disagiate. Dal momento che tra qualche giorno ci sarà un nuovo Governo
che auspichiamo rimetta istruzione, diritto allo studio e conoscenza al
centro di una politica che investa sui saperi come grande strumento di
eguaglianza e crescita  chiediamo che si blocchi immediatamente il decreto  e
si lasci al prossimo Governo il compito di realizzare una legislazione
adeguata sul diritto allo studio", concludono.

 

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