Tante le iniziative nella nostra Regione per l’8 marzo, Giornata Internazionale delle donne, tante le ragioni per celebrare questa data soffermandosi a riflettere sulla strada fatta dal movimento delle donne e sugli ostacoli che nel nostro percorso continuiamo a incontrare.
Le battaglie portate avanti dalle donne hanno la caratteristica di tendere a una società più giusta, equa e inclusiva. Sono battaglie di civiltà. Le nostre rivendicazioni parlano di un sistema di welfare pubblico e universale che va contro la deriva neoliberista e le moderne politiche di privatizzazione dei servizi sociali e del sistema sanitario, contro quelle politiche che legano i diritti alla capacità reddituale delle persone. Le nostre battaglie contrastano l’ideologia della famiglia tradizionale, ormai superata nei fatti e dai tempi, e sostengono invece le unioni basate sull’affetto, il rispetto e la condivisione di un progetto.
Troppi i venti reazionari che stanno agitando il nostro Paese e il mondo intero.
Lo sono le proposte avanzate dal senatore leghista Pillon, sull’affido condiviso, gli attacchi alla libertà di scelta in tema di interruzione volontaria della gravidanza, il Congresso Mondiale delle Famiglie che si svolgerà a Verona in questo mese alla presenza di tutte le associazioni Provita e Profamiglia.
Lo sono le morti delle donne per mano del compagno, del marito.
Lo sono quelle sentenze che riducono la pena per un femminicidio con la giustificazione che una “tempesta emotiva” determinata dalla gelosia può attenuare la responsabilità di chi uccide!
Lo sono le morti delle giovani ragazze immigrate uccise dal padre o dai fratelli per aver avuto il coraggio di scegliere come vivere la propria vita, ribellandosi a un destino deciso da altri.
Lo sono quei Paesi in cui ancora l’aborto è un diritto negato, dove ancora la donna è “proprietà” del marito o della famiglia, dove ancora l’accesso all’istruzione non è garantito.
Lo sono le donne vittime della violenza economica che si concretizza in una mancata indipendenza, spesso anche a fronte di occupazioni solitamente precarie e sottoremunerate, e che si lega a violenze domestiche, fisiche e psicologiche.
Lo sono le differenze salariali legate al genere: “gender-gap”. Il mondo del lavoro è ancora caratterizzato da forti differenziazioni salariali, benché l’art.23 della Carta dei diritti Fondamentali dell’EU stabilisca “la parità tra uomini e donne da assicurare in tutti i campi, inclusi: Occupazione, lavoro e salario”, e l’Agenda Europa 2030 ponga fra i punti del progetto “Finanziare il Futuro” l’obiettivo 5: UGUAGLIANZA DI GENERE - Raggiungere l’uguaglianza di genere ed emancipare tutte le donne e le ragazze.
Anche nei nostri settori, quelli conoscenza e del lavoro presso le pubbliche amministrazioni, i dati mostrano un quadro complessivo di disparità salariale e di carriera legate al genere, come evidenziato al convegno del 28 febbraio su “Accademia e genere” organizzato dal CUG del ns ateneo.
Per tutte queste ragioni e per molte altre ancora la FLC continuerà il suo impegno nei coordinamenti donne nazionali regionali e provinciali di categoria e della CGIL, e nei luoghi della contrattazione nazionale e decentrata, impegno che ha portato, in occasione dell’ultimo Congresso CGIL, alla presentazione della prima Piattaforma rivendicativa di Genere “Tutte Insieme. Vogliamo Tutto!”, e sarà presente all’iniziativa confederale CGIL, CISL, UIL “… si chiamerà Futura” che si svolgerà venerdì 8 marzo al Policlinico Umberto I di Roma dove si discuterà su “La contrattazione di genere protagonista del cambiamento”.
Il nostro impegno può aver senso se tutte e tutti facciamo vivere le riflessioni e le battaglie di questa giornata, in ogni contesto e durante l’intero anno! Lottiamo per una società che non discrimini sulla base del genere, del reddito, della cittadinanza.