Ordine del Giorno approvato dall'Assemblea congressuale FLC-CGIL Università di Firenze (6 febbraio 2014)
Il lettore/collaboratore ed esperto linguistico di madrelingua rappresenta una figura strategica della docenza universitaria nel campo dell’insegnamento delle lingue. Purtroppo ancora oggi, a oltre 30 anni dalla Legge 382/80 (l’art. 28), permane una situazione diffusa di discriminazione e trattamenti disomogenei negli Atenei. La situazione risulta particolarmente grave nelle Università di Cassino, Siena, Lecce/Salento, Catania, Bergamo, Bologna, Firenze, Bari.
Inoltre, anche se l’insegnamento linguistico si prefigura come esigenza permanente in crescita costante negli Atenei, esiste una sempre maggiore proliferazione di rapporti di lavoro precari, co.co.co. o comunque a tempo determinato, in palese violazione dell’art. 4 L. 236/95 che prevede di norma il rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato mentre la possibilità di contratti a tempo determinato è solo per “esigenze temporanee”. Va monitorata la situazione in merito all’applicazione delle Sentenze europee nelle Università, ma non si può continuare a demandare la loro applicazione ai singoli Atenei: una soluzione equa e definitiva per il ruolo professionale e il trattamento economico va definita nel CCNL. In questo senso, a titolo esemplificativo, la grave situazione dei lettori/cel iscritti all’ex INPDAP, per il quale il trattamento integrativo di Ateneo non viene considerato ai fini del calcolo della quota A della pensione e del TFR, rappresenta un problema che deve essere risolto in sede di contrattazione nazionale e non può essere semplicemente rigirato ai sindacati territoriali.
In relazione al rinnovo del CCNL, vanno rivendicate specifiche ed aggiuntive risorse finalizzate all’omogeneizzazione del trattamento economico, con riferimento al trattamento economico del ricercatore confermato a tempo pieno - e comunque non al di sotto di quello del ricercatore confermato a tempo definito stabilito dalla Legge 63/2004 – all’interno di una distinta disciplina che definisce la specifica figura professionale dell’insegnante universitario di madrelingua.
Per ciò che riguarda l’organizzazione della didattica negli Atenei, i lettori/cel che insegnano nei Corsi di Laurea dovrebbero avere la possibilità di afferire ai nuovi Dipartimenti e la loro afferenza ai Corsi di Laurea dovrebbe essere considerata ai fini della copertura necessaria, prevista dal MIUR, per i requisiti minimi di docenza da parte dei docenti strutturati di ruolo, mentre i loro incarichi di insegnamento - nella forma di affidamenti, come previsto dall’ex art. 6 L. 240/10 – dovrebbero essere riconosciuti ai fini della copertura minima dei cfu richiesta per le materie di base e caratterizzanti nei Corsi di Laurea.
Infine la FLC deve ripristinare uno strumento di Coordinamento nazionale dei lettori/cel per permettere il confronto fra le variegate situazioni esistenti negli Atenei e una sinergia fra i delegati lettori/cel, a partire dai colleghi eletti nelle RSU degli Atenei. In questo senso esiste un vuoto pressoché assoluto dai tempi della creazione della FLC nel 2006. Di necessità fondamentale è anche la realizzazione di un archivio nazionale con tutti i contratti integrativi di Ateneo e tutta la giurisprudenza che riguarda le vertenze legali dei lettori/cel.