Il caso di Torino: Quando la CGIL con le altre OO.SS nel giugno di quest’anno denunciarono che la riforma del codice penale avrebbe portato alla depenalizzazione del reato di stalking, il sottosegretario alla giustizia Migliore trattò la notizia come falsa con un tweet sul sito del PD; Il ministro della giustizia Andrea Orlando ritenne infondate le nostre proteste e dichiarò che avrebbe modificato la legge sullo stalking per impedire errori di interpretazione . Il 4 agosto la legge è stata varata in via definitiva.
La denuncia diffusa a giugno dalle OO.SS sosteneva che l’estinzione di alcuni tipi di reato “a seguito di condotte riparatorie”, avrebbe dato la possibilità ai condannati per stalking di cancellare la pena legata alla propria condanna “pagando una somma se il giudice la riterrà congrua, versandola anche a rate” e “senza il consenso della vittima”.
Ne derivò una sequela di pareri e polemiche che hanno scandagliato in tutti i versi la notizia.
Oggi a seguito dei fatti derivanti dalla sentenza del tribunale di Torino che sancisce inequivocabilmente “l’estinzione del reato per condotta riparatoria” corre l’obbligo di tornarci sopra e chiedere spiegazioni. Lungi dal condannare l’applicazione della norma da parte del giudice, torniamo a chiederci: tutti gli oppositori e i convinti della norma cosa hanno ottenuto e cosa hanno fatto?
La stampa riporta in piccolo la questione senza darle lo stesso risalto che fu dato al momento della denuncia da parte della CGIL e delle altre OO.SS. Ecco una delle maniere in cui è stata riportata la notizia:
Bufera sulle nuove norme - Rifiuta 1500€ da stalker, caso prescritto
L’imputato di stalking offre 1.500 euro di risarcimento alla parte lesa. Lei rifiuta. Ma basta la somma e basta il gesto: non luogo a procedere. E l’uomo evita il processo. Si snoda così, in un’aula del Palazzo di Giustizia di Torino , una delle prime applicazioni di una legge entrata in vigore lo scorso 4 agosto: la cosiddetta «estinzione del reato per condotte riparatorie». la responsabile Cgil delle politiche di genere Loredana Taddei non manca di rievocare i fatti del giugno scorso……
L’imputato rispondeva di stalking per avere inseguito in auto una ragazza in più occasioni fra il dicembre 2016 e il gennaio 2017. I 1.500€ sono stati considerati «somma congrua rispetto all’entità dei fatti». Il rifiuto della parte lesa (con il conseguente deposito del denaro in un libretto di deposito giudiziario) non hanno bloccato l’iter verso il proscioglimento dell’uomo. La legge è chiara: il reato è estinto.
Consapevole della mancanza di una reale attenzione sulla violenza di genere, la CGIL ha lanciato da tempo una campagna socioeducativa: sabato 7 ottobre u.s. abbiamo organizzato iniziative in tutta Italia “Mi vesto di libertà” e invitato a sottoscrivere on line l’appello mondiale del movimento nonunadimeno collegandosi al link http://www.progressi.org/avetetoltoilsensoalleparole.
Oggi, a conferma di quanto fossero pertinenti le nostre denunce sullo stalking, assistiamo in una colpevole indifferenza al macabro rito di togliere il senso alle parole denunciato nell’appello di cui sopra.
Non ci interessano dissertazioni legali, difese politiche, carri di opinione che non producono atteggiamenti consapevoli, riparatori e giusti. . Vogliamo che il reato di stalking resti tale e non diventi risarcimento pecuniario togliendolo dall’elenco dei reati penali.
Questo atteggiamento, se si affianca per esempio alla legge promulgata nel luglio 2016 sul risarcimento alle vittime di stupro ci dicono che la nostra campagna contro i reati di genere è giusta. La legge non ha convinto per prima la Corte europea che l’ha sollecitata. Intollerabili paletti al risarcimento legato reddito e ad un unico intervento in tal senso, negandolo quando ci siano forme assicurative o altro. Continueremo a sollecitarla alle donne e agli uomini di questo paese un diverso approccio a problema che metta nella giusta dimensione questo genere di reati.
Patrizia Villa - Responsabile politiche di genere CGIL Livorno.
6 ottobre 2017