Che brutta aria tira in Italia - di L. Nese

Verso il 28 settembre 2017, Giornata mondiale per l'accesso all'aborto sicuro e legale

E’ notizia di poche ore fa che non verrà portata in approvazione la legge sullo IUS SOLI, per ristrettezza di tempi tecnici.

E’ notizia di qualche settimana che saremo in piazza  il prossimo 28 settembre Giornata Internazionale per l’Aborto Sicuro.

Solo apparentemente le due questioni sono scisse, ma dal mio punto di vista sono l’esempio emblematico della schizofrenia e ipocrisia sociale e morale della classe politica italiana.

 

Da un lato si alzano le barricate, ideologiche, politiche, economiche, sociali, xenofobe e razziste, contro lo IUS SOLI, il diritto di cittadinanza a bambini nati in Italia da genitori stranieri.

Dall’altro si alzano le stesse barricate a difesa del “presunto” diritto alla vita di un embrione o feto.

E’ proprio vero che ognuno di noi nasce diverso dall’altro.

Si dibatte nel Paese per riconoscere al feto/embrione il diritto di essere umano, così da rendere l’aborto un OMICIDIO, punibile in termini di legge. E’ forte e costante la voglia reazionaria di intervenire sulla L. 194/80. I movimenti per la vita, i loro referenti politici non sono paghi di aver reso difficile, quando non impossibile, per una donna esigere il diritto all’IGV in una struttura pubblica. I dati sono molto chiari: in Italia l’obiezione di coscienza nel servizio sanitario nazionale, riguarda il 70% dei medici ginecologi, con punte del 90% in alcune regioni. In Europa peggio di noi solo il Portogallo con l’80%.

L’aborto è un dogma, è un delitto e come tale va vietato!

Non riconoscere la cittadinanza a un bambino nato in Italia ma da genitori stranieri, invece cosa è?

Sulla cittadinanza l’Italia adotta norme fra le più restrittive d’Europa. Nel nostro Paese vige ancora una legge del 1992 che riconosce la cittadinanza solo al compimento del 18° anno. Nel resto d’Europa tutti i Paesi fanno molto meglio di noi. In Canada e negli USA i bambini nati nei loro territori sono cittadini di quello Stato!

Anche per questo il 28 settembre diventa per me una data significativa per scendere in strada a ricordare che i diritti non possono essere negati. Che la legge 194 deve essere presidiata e rafforzata riconoscendo la NON possibilità di ricorrere all’obiezione di coscienza per chi, medico o sanitario, lavora nel servizio pubblico. Adottiamo le buone pratiche degli stati europei nei quali l’obiezione non esiste per legge (Svezia, Finlandia), o è limitata a bassissime percentuali (Francia, Gran Bretagna).

Nello stesso tempo rivendichiamo il diritto della donna alla scelta, soprattutto in quei Paesi dove l’aborto è vietato, in qualunque caso (Malta e Città del Vaticano), o è riconosciuto solo in caso di stupro, malformazioni gravi del feto, pericolo di vita per la donna e il nascituro.

 

Il 28 settembre TUTTI in piazza!

 

Luisa Nese - FLC CGIL Toscana

13 settembre 2017

                                  

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